In questi giorni di crisi del bilancio italiano e di quello di quasi tutto il Sud Europa, frastornati dalla rapida, iniqua ma obbligata manovra finanziaria (senza crescita!) passata ieri anche alla Camera, molti di noi non avranno fatto caso alle notizie sui Corridoi Transnazionali in revisione in sede europea.
Già da qualche giorno, infatti, si sapeva di questa SAGGIA PROPOSTA di preferire una radicale “deviazione” dell’antico Corridoio 1 (Berlino-Palermo) verso l’Est Europa e il Sud Est del Mediterraneo. SI TRATTA DI UNA REVISIONE DELLE T.E.N EUROPEE (ovvero dei maggiori corridoi trasportistici e infrastrutturali del Continente) alla luce del Piano Strategico 2050 dell’Unione Europea.
Ne dà conferma un articolo di oggi del Sole 24ore, che riporta pure le vibrate proteste siciliane contro l’ipotesi (neanche troppo nascosta a Bruxelles) di “abbandonare” il Ponte di Messina e preferire, invece, da Napoli a Bari una buona linea AV/AC (ben più utile strategicamente del traforo della val di Susa), con una piattaforma portuale adriatica interconnessa meglio e più velocemente a MALTA e al SUD del Mediterraneo.
In realtà, non si tratta affatto di metter contro Bari e Palermo, ma di pensare e progettare soluzioni più efficienti e rapide nei costi e nelle funzionalità di interconnessione: al ponte di Messina (che rischia di non farsi mai, e che è davvero inutile e super-costoso senza una linea multimodale SA-RC in piena efficienza) sarebbe meglio preferire una più rapida via di trasporto combinato mare-ferro-strada tra Napoli e il Sud mediterraneo. Bari e la Puglia hanno infiniti vantaggi in merito (nei tempi di realizzazione e nella “logica” geo-economica), e inoltre, con Bari e Taranto, tutta la costa jonica- adriatica, da Leuca a Venezia, diventa, come abbiamo sostenuto da più di 10 anni, il VERO PONTE NON SOLO VERSO IL SUD del MEDITERRANEO MA ANCHE, SIMULTANEAMENTE, IL VERO NECESSARIO SUPER-HUB DI INTERSCAMBIO DI MERCI, UOMINI E CULTURE TRA DUE PEZZI ENORMI D’EUROPA (verso tutta l’area balcanica).
Ci sarebbe da far festa, senza inutili dispetti ai fratelli calabresi e siciliani, che invece, a mio modesto avviso, dovrebbero affrettarsi a comprendere come le benedette Autostrade del Mare, in questa logica più flessibile, sarebbero la vera soluzione del futuro per i trasporti e i collegamenti multimodali verso il resto del mondo in tumultuosa crescita (soprattutto nel Nord Africa che si va liberando delle dittature…). Ed allora proprio I PORTI PUGLIESI e SICILIANI, le Amministrazioni del Sud coinvolte (tutte), dovrebbero vivere intensamente e sapientemente la rinnovata sfida della Multimodalità nel cuore di un Mare che può tornare Nostrum, finalmente! Un mare che non sia più quello dei migranti che muoiono prima di arrivare a La Valletta o a Lampedusa, ma un lago pacifico di traghetti veloci e liberi dove i traffici si orientano bi-direzionalmente, e sulle cui sponde si rilocalizza un nuovo modo di pensare il mondo occidentale che incontra senza paura i bisogni di vita e di crescita della popolazione più giovane del pianeta. Un’ottima via anche per riportare la crescita nel Sud Europa, in quei paesi e quelle regioni (dalla Grecia a qualche regione italiana) che guardavano con paranoia finanziaria “modernista” soltanto alle magie dei “derivati” e alle regole delle Agenzie di rating, e avevano finito per dimenticare che l’economia cresce quando si lavora per soddisfare i bisogni e qualificare quelli nuovi.. a partire dai VICINI..(per es. bisogni e “businesses” di energie rinnovabili, e di cibo, salute e istruzione…)
Non so se andrà a finire come spero, ma certo l’emergente via europea al “CORE NETWORK” dei nuovi corridoi (che si dovrà sancire in fine d’anno) porta un bel pò di speranze , e spero di voglia di fare anche alle nostre classi dirigenti…